In Molise gli ultranovantenni non sono una rarità. Di fatto, la longevità della regione è comparabile a quella dell’Ogliastra, posta sul versante orientale della Sardegna, tra le meravigliose cime del Gennargentu ed il Mar Tirreno. Si tratta della cosiddetta “blue zone” italiana, ovvero un’area dove la speranza di vita è estremamente più alta rispetto alla media mondiale.
Il segreto della longevità molisana
La longevità in Molise è dipesa sicuramente dalle caratteristiche metaboliche, genetiche ed immunitarie dei novantenni e dei centenari, ma anche dalle loro abitudini alimentari. Di fatto, si tratta di un vero e proprio patrimonio scientifico, antropologico e culturale, che deve essere preservato e trasmesso alle nuove generazioni.
Tuttavia, da esportare è anche il modello di assistenza domiciliare ad alta intensità, che viene gestito dai Distretti socio-sanitari del Molise. Di fatto, il Distretto socio-sanitario di Campobasso, grazie anche al supporto della Rianimazione del presidio ospedaliero Cardarelli, si occupa di effettuare prestazioni di rianimazione su 24 pazienti domiciliari, che vanno dai 2 ai 100 anni di età, che vengono dimessi dalla stessa rianimazione.
Nello specifico si tratta di pazienti tracheostomizzati, ossia sottoposti alla ventilazione polmonare meccanica a domicilio. Spesso sono affetti da patologie neurologiche degenerative e progressive, ma anche da miopatie, malattie respiratorie croniche e gravi cerebrolesioni.
I vantaggi dell’assistenza domiciliare ad alta intensità
Di fatto, l’assistenza domiciliare ad alta intensità assicura diversi vantaggi economici e di soddisfazione del nucleo familiare. Del resto, un giorno di degenza in rianimazione può arrivare a costare anche 1.050 euro, mentre un giorno di degenza domiciliare in regime di alta intensità assistenziale non supera i 300 euro. Inoltre, tale sistema consente di liberare in maniera rapida i posti letto in rianimazione, in modo da consentire il ricovero di pazienti acuti.
L’ospedalizzazione a domicilio prevede un percorso dedicato
L’attuazione dell’ospedalizzazione a domicilio richiede un percorso dedicato, poiché tutto viene a domicilio, in quello che può essere definito come un contesto amico per il paziente: terapie, esami, trasfusioni, prelievi ed eventuali consulenze di specialisti.
A fare la differenza sono le nuove tecnologie. Infatti, i malati possono riportare sul telefono del medico in ospedale i dati più importanti relativi al monitoraggio, come la pressione, la glicemia, l’ossigenazione del sangue ed il peso corporeo.
In questo modo si crea meno stress per il paziente, ma anche una serie di vantaggi per le strutture ospedaliere. Infatti, vengono attuati meno accessi inutili in Pronto soccorso, sono previste liste d’attesa meno affollate, vengono occupati meno posti-letto negli ospedali e si riducono costi sanitari.
Una formula vincente
Si tratta di una vera e propria formula vincente che è stata riproposta anche in pediatria. Ma il modello molisano, in tutta la sua efficacia, è perfettamente funzionante per un insieme di motivi. Prima di tutto l’amore dei familiari dei pazienti, che accudiscono i propri cari al meglio. A ciò si aggiunge anche la professionalità e l’incredibile umanità degli infermieri domiciliari, nonché la dedizione del Distretto socio-sanitario e l’abilità delle case-manager, attive 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.