Gli ospedali molisani sono sprovvisti di infermieri. Una situazione intollerabile, che rischia di compromettere la salute dei cittadini.
Mariacristina Magnocavallo, presidente dell’Ordine degli infermieri di Campobasso e di Isernia, ha fatto sapere che negli ospedali molisani mancano 600 infermieri. Questo dato spaventoso è emerso dal piano del fabbisogno assunzionale dell’Asrem, datato 1 luglio 2018. Tuttavia, bisogna tenere conto che, la cifra è potenzialmente più alta, in quanto è necessario contare anche gli infermieri che nei prossimi mesi andranno in pensione.
Come ha tenuto a precisare Magnocavallo, si tratta di una situazione intollerabile, che rischia di compromettere “la sicurezza della qualità delle cure prestate e richiede un intervento urgente a tutela dei cittadini“.
Per affrontare il problema della carenza di personale, l’Ordine ha richiesto un incontro con il presidente della Regione Molise Donato Toma fin da quando si è insediato, ma non è accaduto ancora nulla.
La situazione dell’Italia e dell’Europa
Le criticità da affrontare, oltre al personale precario, sono davvero numerose, come le stabilizzazioni e la mobilità interregionale. Del resto, secondo l’OCSE (Convenzione sull’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), l’Italia è il paese europeo con il più basso rapporto medici/infermieri. Per tanto non deve stupire la forte carenza di personale. Ma c’è di più, in quanto il Bel Paese si trova al 35esimo (su 36) dei Paesi OCSE. Lo standard reputato minimo da Oms, OCSE e Comunità , negli ospedali europei è di 3 infermieri per un medico. Se si tiene per buono questo calcolo, allora vuol dire che nelle aziende sanitarie della Penisola mancano circa 53 mila infermieri.
Proposte per superare l’emergenza
La nota, che è stata inviata dall’ordine alle figure di spicco della Regione, ai consiglieri regionali, ai sindaci ed al direttore generale dell’Asrem, contiene anche alcune proposte per superare tale emergenza. Si legge, infatti: «Non si può pretendere di ottenere qualità nell’ assistenza infermieristica con un numero esiguo e precario di infermieri; non si può pretendere di migliorare la qualità delle cure infermieristiche continuando ad aspettare sentenze o fantomatici ricorsi, gli infermieri (ma soprattutto i cittadini) sono stanchi di aspettare e l’attesa continua a generare disaffezione alla professione e demotivazione nello svolgimento della propria attività lavorativa; non si può pretendere il consenso dei cittadini, sempre più consapevoli e giustamente esigenti nel chiedere il rispetto dei propri diritti, sulla quantità e qualità delle prestazioni assistenziali ricevute se continuerà a persistere tale situazione».
La Magnocavallo, inoltre, ha affermato che «non si può continuare “a giocare” con i numeri perché alla domanda di salute del cittadino tutto ciò non interessa ed allo stato attuale l’infermiere, responsabile dell’assistenza, non è in grado di soddisfare nella maniera ottimale i suoi bisogni».
La presidente dell’Ordine ha, quindi, invitato le istituzioni a verificare personalmente il personale infermieristico presente nelle diverse unità operative degli ospedali del Molise, poiché solo in questo modo che è possibile accorgersi di “come il paziente da una parte e l’infermiere dall’altra vivono una stessa (anche se diversa) situazione di indignitosa insicurezza».