Servizio del Tg2 sulle aziende molisane decadute: lo sgomento degli ex lavoratori

Domenica 5 agosto, al Tg2 delle 20.30 è andato in onda un servizio di Gabriele Flamma: un vero e proprio viaggio alla scoperta dei 3 stabilimenti industriali decaduti del Molise, che fino a qualche anno fa, rappresentavano il centro economico e produttivo della regione, ovvero Gam, Ittierre e Zuccherificio.

La prima ad essere intervistata dall’inviato, è stata Silvana Stefanelli, una ex dipendente dell’azienda tessile di Pettoranello, la quale ha ricordato, che agli inizi del 2000, presso tale struttura lavoravano almeno 700 persone. Attualmente, come ha tenuto a sottolineare la donna, il piazzale è completamente deserto. Numerosi dei dipendenti rimasti a casa vivono ancora in Molise, ma fanno fatica ad arrivare a fine mese. Durante il suo struggente racconto, il viso di Stefania si è rigato di lacrime, che rappresentano l’amarezza di chi ha dato tanto alla sua terra ed al suo lavoro, e in cambio non ha ottenuto nulla, se non amarezza e desolazione. «Sono entrata nell’88, questo per me sarebbe stato il trentesimo anno», fa sapere al giornalista. L’ex lavoratrice, che è all’ultimo anno di mobilità, non sa che cosa le riserverà il futuro, ma sembra abbastanza pessimista al riguardo e, per certi versi, rassegnata.

Lasciato Pettoranello, è stata la volta di Bojano, un comune della provincia di Campobasso, anch’esso un tempo sede di una importante azienda, la Gam, dove fino ad una decina di anni fa lavoravano all’incirca mille persone, le quali, dopo la crisi e l’acquisizione pubblica, si sono ridotte ad una trentina. Presso tale stabilimento, l’inviato di Raidue ha osservato con rammarico, che laddove è avvenuto il commissariamento pubblico, le aziende, se non in rari casi, non si sono più riprese ed alcune sono andate completamente chiuse.

L’ultima tappa prevista da Flamma è stata lo Zuccherificio di Termoli, presso il quale ha incontrato altri ex dipendenti, pronti ad informare in merito alla terribile situazione lavorativa che sta vivendo la regione Molise. Alcuni hanno riportato anche alcune vicissitudini personali: c’è chi per tirare avanti ha speso il proprio Tfr, e chi con 34 anni di contribuzione, una volta terminata la mobilità non sa cosa ne sarà della sua vita. Molte persone risultano troppo giovani per la pensione, ma troppo vecchie per trovare lavoro. «I datori di lavoro non ci giudicano per quello che sappiamo fare, ma guardano l’età. A 60 anni se perdi il lavoro perdi la dignità. Perdi tutto», ha dichiarato uno degli intervistati.

Ad esporsi per ultima è stata la segretaria regionale della Uil, Tecla Boccardo, le cui parole sono risuonate come una condanna per le vecchie e le nuove generazioni, più che come una speranza: «Quando si perdono posti di lavoro non c’è più speranza. Perché si trova il deserto. Parliamo di posti di lavoro cancellati per sempre. E le nuove generazioni sono costrette a emigrare, a lasciare la regione».

Il quadro emerso dal servizio di Raidue, in merito alla situazione lavorativa del Molise, non fa ben sperare per il futuro e sembra penalizzare l’esistenza e la sopravvivenza di intere famiglie. La speranza è che lo Stato intervenga prontamente, ridonando fiducia a coloro che ormai da tempo l’anno persa, e che vivono giorno per giorno, senza poter attuare nessun tipo di programma per gli anni avvenire.

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