Quando si organizza una visita a Ravenna e nel suo territorio circostante, magari durante una vacanza al mare con tutta la famiglia, è imprescindibile andare a vedere anche il capanno Garibaldi dove è stata scritta una parte della storia dell’Italia. Ecco quindi di che si tratta nel dettaglio e anche alcune curiosità dedicate a tutti gli amanti della storia e del risorgimento italiano. Altre attrazioni artistico culturali della zona sono sicuramente e l’antica Abbazia di Pomposa e il museo di arte contemporanea Casa Museo Romeo Brindisi.
Dove si trova il capanno e perché è importante
Vicino a Marina di Ravenna, si trova un piccolo capanno tra gli alberi dove Garibaldi si rifugiò quando era intento a raggiungere Venezia ma venne respinto dagli austriaci. Garibaldi con la moglie Anita allora furono costretti a sbarcare in questa zona e passarono nel capanno la notte prima continuare poi il viaggio verso Genova.
Il capanno risale al 1810 quando Don Giuseppe Roncuzzi lo costruì per adibirlo a stalla per gli animali. Passò più volte di proprietà fino a quando i membri della Società Conservatrice lo presero per preservarlo. Infatit, ancora oggi ne sono i fedeli custodi.
Purtroppo, nel 1911 il capanno fu oggetto di un incendio che lo distrusse completamente. La società conservatrice decide allora di ricostruirlo, in tutto e per tutto identico all’originale con un perimetro di mura e un tetto in canna valliva sostenuta da una struttura di legno.
All’esterno del piccolo immobile, si possono vedere 4 lapidi che raccontano la storia dell’eroe dei due mondi Garibaldi. Il capanno è un simbolo dell’unità d’Italia. Nel 1972 il capanno venne rialzato di un metro circa dal terreno per evitare l’allagamento.
In onore della morte di Giuseppe Garibaldi, il 2 giugno di ogni anno, la società conservatrice apre al pubblico il capanno e organizza visite per tutta la giornata. Inoltre, a fine anno, il 31 dicembre, circa 200 persona partecipano a una fiaccolata benaugurale per l’anno nuovo fino al capanno.