L’autopsia ha confermato che non si tratta di Liberata, bensì di un esemplare femmina di appena 6 anni, mai catalogato in precedenza.
I risultati dell’autopsia
Qualche giorno fa, presso il territorio di Rionero Sannitico, è stato investito un piccolo esemplare di orso. L’animale è deceduto a causa dei traumi e delle lesioni riportate dall’impatto, che probabilmente è avvenuto con un uno dei tanti camion giornalmente in transito lungo la Statale 652. A confermare quanto accaduto è stata l’autopsia eseguita presso l’istituto Zooprofilattico di Teramo.
L’analisi della carcassa del plantigrado ha permesso di fare anche una scoperta importante. Infatti, contro ogni previsione, a perdere la vita non è stata Liberata, l’orsetta di appena 4 anni, che è stata avvista diverse volte a Pizzone, Montenero Val Cocchiara e Acquaviva d’Isernia. L’esemplare morto ha circa 6 anni e non è catalogato.
Il veterinario dell’Asrem: “un orso sconosciuto”
A confermare la mancata catalogazione dell’esemplare deceduto qualche giorno fa è stato Antonio Liberatore, il veterinario dell’Asrem, che ha precisato: “In sede di autopsia si è scoperto che si trattava di un esemplare di sei anni non campionato. Quello che stupisce è che si trattava di un orso confidente, anche se sconosciuto. Proprio un allevatore della zona mi ha riferito che qualche ora prima dell’incidente l’aveva notata mentre era in cerca di frutta e che si era lasciata avvicinare. Una notizia che lascia ben sperare sulla possibilità che nell’area possano essere presenti altri esemplari non conosciuti. Per quel che riguarda invece la morte dell’orsa, gli esami eseguiti all’istituto zooprofilattico di Teramo non hanno rilevato lesioni pregresse, ne stati patologici, come ad esempio un avvelenamento, che possano aver indotto il plantigrado ad avvicinarsi alla strada”.
Una grave perdita per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
La morte di questa giovane orsa rappresenta una perdita inestimabile per il Paro Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Infatti, a differenza di Liberata che, a causa del suo compromesso stato di salute, non potrà mai mettere al mondo dei cuccioli, l’esemplare morto avrebbe potuto contribuire senza problemi alla sopravvivenza della specie, che rischia l’estinzione.
Questo spiacevole episodio ha riaperto le polemiche sulla necessità di salvaguardare al meglio l’orso marsicano, che ad oggi conta appena 50 esemplari.
Il WWF in difesa dell’orso marsicano
A farsi avanti è stato anche il WWF, il cui portavoce ha fatto sapere che: “Interventi per la messa in sicurezza delle strade sono stati realizzati anche in altre aree protette abruzzesi, mentre anche nel Parco si stanno avviando azioni in tal senso, grazie a uno specifico progetto LIFE, Safe Crossing, che ha l’obiettivo di sperimentare tecnologie innovative per la riduzione del rischio, basate sulla segnalazione del pericolo agli automobilisti nei momenti di presenza di fauna a bordo strada. Per la conservazione dell’orso si sta dunque agendo ma è fondamentale fare di più e allargare l’attenzione anche oltre il perimetro delle aree protette. Mitigare le cause di mortalità al fine di permettere alla popolazione di aumentare numericamente e di espandersi al di fuori del suo areale relitto. Per questo è necessario intervenire su tutto l’areale potenziale ed è indispensabile farlo con grande urgenza”.
E ancora: “Le istituzioni e gli organi preposti alla gestione delle infrastrutture lineari si devono dotare al più presto di adeguati studi per valutare gli interventi da eseguire per la messa in sicurezza delle strade e quindi di piani di azione e linee di finanziamento per reperire le risorse necessarie, anche attraverso la predisposizione di misure dedicate nell’ambito di canali europei”.