Lo Sprar a Venafro è una vera e propria realtà. Tuttavia, purtroppo le risorse iniziali messe a disposizione dal Ministero dell’Interno sono state dimezzate, a seguito della rimodulazione del progetto.
La rimodulazione del progetto
Il progetto presentato dal Comune di Venafro fu ammesso a finanziamento con decreto del Ministero dell’Interno a valere sul Fondo nazionale per le Politiche e i servizi dell’Asilo nell’ambito del Sistema di protezione di richiedenti asilo e rifugiati per il triennio 2018-2020. L’importo complessivo previsto era di oltre sette milioni e mezzo di euro.
Tuttavia, con l’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari ed il “Decreto Sicurezza” che ha eliminato la discrezionalità nella concessione della tutela umanitaria, si è assistito ad un calo considerevole del flusso migratorio e, quindi, del numero dei migranti e richiedenti asilo da ospitare nelle strutture Sprar preposte.
Anche la struttura di Venafro è stata sottoposta a delle conseguenze restrittive, tant’è che la giunta comunale è stata costretta a rivedere tutta la progettazione, passando dai 137 posti previsti in precedenza, ai 76 stabiliti tenendo conto delle indicazioni fornite dal Ministero dell’Interno.
I 76 posti dello Spar
I 76 posti dello Spar non saranno concentrati in un’unica struttura, bensì distribuiti nelle 4 messe a disposizione dalle cooperative, le quali si sono aggiudicate l’affidamento dei servizi di accoglienza integrata per i richiedenti e i beneficiari di protezione internazionale e per i titolari del permesso umanitario.
Di fatto, quindi, l’amministrazione Ricci non ha intenzione di rinunciare allo Sprar, sostenendo a gran voce l’accordo firmato con la Prefettura di Isernia che prevede la riduzione dell’impatto che l’arrivo dei migranti genera sul territorio, puntando ad una distribuzione equilibrata e sostenibile tra le diverse realtà locali, in attuazione delle indicazioni contenute nel piano Governo-Anci. Inoltre, tale accordo rendere il Comune attivo nella gestione dell’accoglienza, andando così a favorire i percorsi di integrazione ed inclusione sociale ed economica dei richiedenti asilo.
Sembra, dunque, che a cambiare siano solo i numeri, anche se va detto che sul territorio di Venafro, sono già presenti una settantina di richiedenti asilo, e la quota rivista al ribasso, non sarà incrementata. Tuttavia, a questi, vanno aggiunti i tre migranti assegnati nei giorni scorsi dalla prefettura di Campobasso allo Sprar di Venafro.
Una ricaduta importante sull’economia di Venafro
Tutti si aspettano a Venafro una ricaduta importante su tutta l’economia cittadina. Con l’evidente possibilità di una nuova occupazione per tutte le figure che serviranno a garanzia dell’avvio di tutte le attività previste nel cronoprogramma approvato dal Ministero dell’Interno.
In questa maxi operazione prevista, un ruolo decisivo lo avrà sicuramente il Comune di Venafro, che dovrà implementare i progetti territoriali di accoglienza, coniugando le Linee guida e gli standard dello Sprar con le caratteristiche e le peculiarità del territorio. Ciò vuol dire che, dovrà agire tenendo conto della vocazione, della capacità e delle competenze degli attori locali, ma anche delle risorse disponibili (professionali, strutturali, economiche), degli strumenti di welfare e delle strategie di politica sociale adottate negli anni.